24 ottobre 2022

Jenny Barazza, una vita nella pallavolo: dagli esordi con il CSI alla maglia della Nazionale

Centrale dell’Italvolley, Jenny Barazza, si racconta al CSI e ripercorre la sua carriera ricca di successi iniziata nel CSI Treviso con la squadra Volley Codognè.


Ha iniziato a giocare a pallavolo fin da piccola, ricorda di quando a dieci anni andava con la sua bicicletta agli allenamenti, la divisa biancazzurra e le trasferte con le sue compagne di squadra che sono state per lei i momenti più spensierati e divertenti, ma anche importanti perché l’hanno portata a giocare due finali nazionali CSI a Latina e a Norcia. Ma soprattutto porta nel cuore la sua prima allenatrice, Stefane Wally, che è stata fondamentale per la sua crescita e l’ha sempre supportata e spinta a coltivare questa passione per la pallavolo.


Ha incontrato anche momenti di difficoltà in cui ha pensato di lasciare questo sport perché Stefane era molto rigida e pretendeva il meglio da lei, ma l’amore per la pallavolo ha sempre vinto. 


La sua stessa altezza all’inizio ha rappresentato un problema perché si sentiva diversa dalle altre bambine della sua età, ma quando ha iniziato a partecipare alle selezioni provinciali e regionali ha conosciuto ragazze alte come lei, ha saputo sfruttare questa sua dote per il suo ruolo da centrale e ha capito che quello sarebbe stato il suo mondo. Con passione, talento e soprattutto tanto impegno e lavoro è riuscita a diventare una giocatrice professionista e a vestire la maglia azzurra a cui è legato il suo ricordo più emozionante: la vittoria del primo europeo nel 2007 perché è arrivato dopo un momento complicato. Oltre a questo importante traguardo con la Nazionale ha vinto un oro e un argento europei, una Grand Champions Cup e una Coppa del mondo e con le squadre di club tre scudetti, due Champions League, tre Coppe Italia, due Supercoppe italiane e una Coppa Cev. 


Nel 2021 decide di ritirarsi dall’attività agonistica, ma non abbandona il mondo della pallavolo e inizia una nuova carriera da allenatrice di giovani ragazze della Volley Hermanea. Da allenatrice ha trovato delle difficoltà che da giocatrice non capiva, adesso si deve confrontare con le ragazze e soprattutto con i genitori che a volte hanno troppe pretese. Nell’intervista ha parlato anche del bellissimo momento che sta vivendo oggi la pallavolo italiana grazie alle numerose vittorie che sono arrivate dalle competizioni continentali e mondiali in qualsiasi categoria. Un grande merito di questi traguardi lo attribuisce agli allenatori, tecnici competenti che hanno saputo lavorare sia sulle individualità sia sul gruppo. Il suo obiettivo da allenatrice è proprio questo, guadagnarsi la fiducia delle sue giocatrici e comunicare con ognuna di loro in modo unico per dare sicurezza alla squadra. 


Alla base di tutto vi è la tecnica, riconosce che fare esercizi per allenare il muro o il bagher può essere noioso, ma sono tutti elementi fondamentali; punta molto sui primi tocchi perché è da lì che nasce tutta l’azione e per questo le ragazze devono imparare la tecnica giusta per prendere ogni palla correttamente. Devono avere la voglia di prendere ogni palla, piuttosto si devono scontrare, ma la palla non deve mai cadere. 


Tra le sue ragazze ha una giocatrice speciale, sua figlia Luisa. Proprio per la gravidanza nel 2010 ha dovuto rinunciare al Mondiale, ma nonostante questo si ritiene una donna e una mamma fortunata perché ha avuto la possibilità di fermarsi e poi ritornare ad allenarsi e continuare a giocare, mentre molte atlete non sono tutelate. E soprattutto si ritiene fortunata perché, anche se non ha potuto vivere l’esperienza del Mondiale, Luisa è stata ed è la sua vittoria più grande.



Gloria Agostoni

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