27 ottobre 2022

Mons. Delpini guida gli sportivi della Diocesi alla scoperta dell’eccellenza


«La Diocesi, la città, diventino come un villaggio olimpico, in cui tutti sono benvenuti e chiamati a esprimere la loro eccellenza, un laboratorio di pace dove si trovano atleti che si stimano, perché ciascuno di coloro che abitano qui si sentano parte di un’unica grande impresa. A questo prepariamo Milano, la Lombardia, l’Europa, perché ci sia pace tra i popoli.».


Non è un impegno da poco, quello che l’Arcivescovo lunedì 17 ottobre a Cornaredo ha lasciato ai numerosi ragazzi, adolescenti, giovani ed adulti accorsi al Centro sportivo “Sandro Pertini”. 

È qui che l’Arcivescovo quest’anno ha incontrato gli sportivi, dando inizio ufficialmente alla stagione associativa, consegnando ai ragazzi la sua tradizionale lettera sullo sport – che quest’anno ha come tema l’eccellenza e accendendo la “Torcia degli Oratori” in vista dell’appuntamento di Milano Cortina 2026. 


Tutto per sottolineare il cammino di «Orasport on fire tour» che toccherà l’intero territorio diocesano, non solo con la presenza itinerante della fiaccola nei 63 Decanati, ma anche con tante iniziative, puntando la sua attenzione – dopo l’eccellenza - nei prossimi due anni su altri due valori fondamentali dello spirito olimpico: la solidarietà e il rispetto. 


«Ho ammirazione e immensa gratitudine per chi ha cura che lo sport sia dentro un impegno educativo. È impressionante la dedizione di coloro che vi aiutano a fare sport, dobbiamo ringraziarli», dice rivolto ai ragazzi assiepati sugli spalti. 

«Vi lancio anche la sfida di comprendere cosa i cristiani, che sono originali, intendano per eccellenza. Per questo ho scritto la lettera, per dare una risposta. Anzi tre: primo, mettere a frutto il proprio talento con il massimo dell’impegno. Non dovete arrivare per forza primi, ma l’eccellenza è fare sempre del proprio meglio, è la realizzazione della propria vocazione. Il talento non è una dote, ma una chiamata». 

Secondo: «L’eccellenza cristiana è plurale, perché significa apprezzare gli altri e gli impegni che ognuno ha, per cui c’è lo sport, ma anche la famiglia, la scuola e la generosità. 

Terzo: eccellenza è certo chi vince, perché ha raggiunto una meta, ma il cristiano si rallegra di aver vinto, non di battere gli altri».


Infine, l’accensione della torcia, al centro del campo, e la sua consegna a don Daniele Battaglion e al gruppo dei ragazzi di Cornaredo, la preghiera e la benedizione da parte dell’Arcivescovo.


Tratto da “ChiesadiMilano.it”


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